Il giorno in cui Francesco Paracchini de L’Isola mi propose questo disco, dissi no. Cioè, avevo già detto sì riguardo allo spettacolo, Modugno è talmente importante.
Un concerto con le sue canzoni mi piace, ho detto. E poi, presso un organizzatore di concerti Modugno ha senz’altro più appeal di Mirco Menna, non per disistimarmi eh, ma sappiamo tutti che cover e ri-cover e ri-ri-cover tirano in genere meglio di qualunque novità.
In più Domenico Modugno ce lo ho vicino da quand’ero piccolo ho detto, per il bene che gli voglio è come se fosse cosa mia.
Uno spettacolo ci sto ma un disco no, mi sembra perfino arrogante, i dischi di Modugno sono a portata di tutti, a che serve un falso. Così ho detto.
Evidentemente poi il disco si è fatto, eccolo qui, quando ha senso sono uno che si smentisce volentieri.
La chiave della smentita sta tutta dentro quella parola in copertina, riconoscimento.
Giocata nel passare attraverso il conoscere e poi il conoscere di nuovo, più intimamente.
Lo ho riconosciuto, mi ci sono riconosciuto e gli ho portato riconoscenza, assieme ai miei compagni di avventura.
Questo disco è la testimonianza, in un concerto dal vivo senza tanti trucchi, di come ci siamo mossi dentro Modugno e come lui si è mosso attraverso di noi.
Una specie di privilegio alla fin fine che vale la pena condividere , abbiamo detto. E siamo stati d’accordo e siamo stati bene, così come speriamo di voi. Di te, che ci siamo già dati del tu nel titolo.

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℗ 2014 Protosound Polyproject Snc